Le chiese e oratori in Santo Stefano di Borgomanero- Storia Scriveva nel 1750 Don Carlo Prina:"A Maestro trovasi gli Oratori di S.Steffano Protomartire, e di S.Pietro Appostolo. Al Maestro in distanza di metri 525 havvi la Borgata ossia Cantone di Santo Steffano volgarmente denominato Vergano Inferiore. All' Occidente l' Oratorio di S.Bernardo Arcidiacono di Agosta..." Nella frazione di Santo Stefano é presente la chiesa parrocchiale patronata dai Santi Stefano ed Ignazio, il campanile e la struttura della chiesa vecchia,l'Oratorio di San Bernardo e la chiesa del Sacro Cuore al Colombaro. Accanto alla chiesa si trova la Casa Parrocchiale costruita nel 1908. Un tempo non tanto remoto, si facevano delle processioni per benedire la campagna, chiamate rogazioni e si arrivava fino all'oratorio di San Pietro presso le vigne della Cumiona Nella visita pastorale del 1758 vengono elencati gli oratori fuori il Borgo, in questa lista ci sono gli oratori delle cascine di allora, le attuali frazioni di oggi ed anche citato l'oratorio di S.Pietro della Cumiona dove non viene celebrata la messa.. Le prime notizie certe sono del 10 settembre 1712, giorno della visita di un delegato del vescovo Visconti che lasciò questi ordini: Si vesta nei lati l'Altare con tavole ben staggionate; quanto prima si procuri di far un tesoriere, che habbi cura dell'ellemosine, che si raccolgono in quest'oratorio. Nel 1725 vi fece visita il Cardinale Borromeo e l'Oratorio era perfettamente funzionante: si celebra tutti i giorni festivi, per devozione degli abitanti, che danno personalmente l'elemosina al celebrante. Venne giudicato abbastanza ampio e di forma oblunga, con unica porta sul fronte,illuminato da due finestre di aspetto rude.Su di una torretta capeggiava una campanella. In quell'anno possedeva già il dipinto del Santo protettore: pro icona adest elegans pictura Sancti Stefani.(tratto da "L'Araldo" n.385 a cura di P.Zanetta) Altre notizie arrivano dalle fonti delle visite pastorali come quella dell'anno 1758 del Vescovo Marco Aurelio Balbis Bertone, dove descrive con dovizia di particolari la chiesa ed il suo contenuto.In questa visita viene evidenziato che l'Oratorio di Santo Stefano ha un fabbricere nella persona di Francesco Fornara fu Giovanni ed un tesoriere nella persona di Lorenzo Zanetta fu Bartolomeno.Ma la cosa sorprendente sono le offerte da parte benefattori che arrivano da Cremona.Si tratta di abitanti stefanesi emigrati in Cremona che facendo fortuna, si ricordano della terra natìa. Diverse furono le visite pastorali, presso l'allora oratorio di Sancti Stephani Prothomartirij in loco Vergani inferiorij, elenchiamo qui sotto quelle visitabili per consultazione. Visita del 1758 - Vescovo
M.A.Balbis Bertone Il 28 Agosto una delegazione si recò dal notaio Ruga per stendere la decisione approvata,ad iuratam conventionem. Erano spinti anche dal desiderio di assecondare un figlio di questa frazione, il chierico Giuseppe Fornaro il quale, non aveva ancora nessun beneficio (ovvero nessuna investitura ). La delegazione era composta da Giuseppe Antonio Fornaro, Giovanni Mario Zanetto, Stefano Fornaro,Bartolomeo Zanetto, Gio Maria Zanetto, Giuseppe M.Fornaro, Francesco Fornaro costoro rappresentavano la Comunità di Santo Stefano e nella convenzione giurata da tutti gli abitanti,si erano impegnati a cuocere il pane nel forno costruito da loro, in modo che il reddito derivante potesse far celebrare tante messe (20 soldi per messa). L'oratorio di S.Stefano possedeva già alcuni appezzamenti di modeste proporzioni,un campo di 2 pertiche all'Albero "della Colarola", 18 tavole di vigneto in "Colombaro", oltre ad una casetta composta da cucina, due camere e stalla. Riuscirono nel loro intento, ed ebbero così in Don Giuseppe Fornara (dla Canova) il 1° Cappellano della borgata di S.Stefano Santo Stefano venne eletta a Parrocchia il 24 Dicembre 1905, antecedente a questa data ,era la Cappellania di Santo Stefano e tutto ruotava attorno a Borgomanero, battesimi , funerali etc. In Santo Stefano era presente il Cappellano, ovvero un prete o canonico della frazione oppure residente in frazione che surrogava e forniva assistenza religiosa. Nella storia dell'oratorio di S.Bernardo, nel religioso era già segnalato come luogo di culto per gli abitanti vicinori e delle cassine. Don Luigi
Godio divenne Cappellano di S.Stefano nel 1903, nel 1905 venne eretta la
Parrocchia ma si dovette aspettare fino al 25 Giugno 1909 per la nomina di D.Luigi
Godio a "Primo parroco di Santo Stefano" e la data di preso possesso
risale al 7 Settembre 1909.
Scrive ancora Don G.Fornara : "Il giovane cappellano (Don Godio) , giovane di età, forte di energie spirituali e pieno di zelo non si accontenta di un ministero così sterile; sentiva egli pure il disagio che provava la popolazione nel doversi portare a Borgomanero per le funzioni parrocchiali e specie a battezzare i bambini. Per cui mentre dava al popolo quanta comodità gli era possibile, cercava con ogni mezzo di dargli quello che era più necessario: la parrocchia locale ed indipendente, cosi che restasse puramente un ricordo il freddo sopportato nelle gelide notti natalizie e in tutti i giorni festivi invernali quando i frazionisti con interminabile processione si recavano a Borgomanero per la messa di Mezzanotte e per le altre funzioni e ne tornavano intirizziti dal freddo." Chiesa Vecchia
Scriveva Mons. Lucchini nello stato patrimoniale della parrocchia dei Santi Stefano ed Ignazio: "Fu edificata nel 1700 ed ebbe successivi ampliamenti in più riprese: non risulta quando siano stati fatti. La chiesa non è patronata: riguardo allo stile non ha nessuna architettura ben definita, non ha neppure nessun pregio artistico e storico (...).
La condizione statica lascia a desiderare; la manutenzione è discreta, si
sta costruendone una nuova. Non furono fatte riparazioni degne di nota; la
riparazione più necessaria da eseguirsi sarebbe quella di riparare il
tetto(..)Riguardo agli arredi sono in numero sufficiente e conveniente..."
Chiesa vecchia rimane solo il Campanile (F. by R.Cerutti) La chiesa fu costruita in onore a S.Stefano. Don Giuseppe Fornara ,scrisse sul libro citato come fonte, che a partire da questa data la frazione cominciò ad essere chiamata S.Stefano e non più Vergano basso o Inferiore. Cosi appare nei documenti pubblicati a suo tempo."...Habitatores Capsinarum Sancti Stephani..."
Ingresso della Chiesa Vecchia (oggi)
(Foto by R.Cerutti)
Le date importanti riguardanti la chiesa vecchia sono: La dedicazione a S.Stefano La devozione ai santi, la si applicava anche ai nomi di battesimi maschili più utilizzati ovvero Ignazio, Stefano, Luigi, Bartolomeo e Lorenzo. Foto di particolari delle Croci sulle cuspidi dei campanili di S.Stefano (Foto R.Cerutti). Vecchio campanile 1886 Campanile nuovo 1933
Chiesa Nuova. DAL VOLUME "SANTO STEFANO E LA SUA CHIESA" (1933) CENNI STORICI (tratto dal volume Santo Stefano e la sua chiesa 1933 Sac.Prof.Luigi Fornara) Ispiratore per la nuova chiesa è Don Luigi Godio : non bastava stralciarli dall'antica parrocchia; bisognava dar loro (alle genti di Santo Stefano) un assetto stabile nella nuova Parrocchia. Fu eretta la Confraternita del SS. per gli uomini; la Congregazione dei
terziari francescani; la Congregazione Mariana accolse i giovani, quella delle
Figlie di Maria le giovani Volonterosi coadiuvarono il Parroco nel far
catechismo ai ragazzi e così ogni cosa fu ordinata: tutta ciò richiese tempo,
lavoro, buona volontà e sacrifici, ma sorse, vigoreggiò e portò i suoi
frutti. Associazioni con i labari presso la casa parrocchiale
Una
necessità impellente però tutti assillava: una nuova Chiesa. La vecchia era
cadente e angusta, ed anche inadatta ai nuovi compiti per la sua formazione che
non permette modificazioni. Il popolo comprese questa necessità, il Parroco la
sentì; e popolo e Pastore a gara, lanciata questa idea, si diedero con lena a
raccogliere fondi per una futura nuova Chiesa. Sperava D. Godio raccogliere
anche questa frutto del suo lavoro, ma Dio non voleva ritardare la corona al sua
serva fedele, ed il mattina del 16 dicembre 1922 lasciava questa vita per il
Cielo, disponendo tutta il sua per la nuova Chiesa che sarebbe stata eretta. Scomparve
il Pastore amata, ma il solco da Lui tracciata fu talmente profondo ed il ricordo
che ha lasciata di Sè talmente viva che di lui ancor si parla come fosse scomparso
non da più di un decennio ma da ieri. Per
poco tempo si è rimasti senza Pastore; perchè il primo maggio 1923 fu nominato
l'attuale Parroco di S. Stefano Can. D. Luigi Lucchini. Quale grave eredità venisse ad assumere nell'accettare la cura della Parrocchia di S. Stefano ben egli conosceva. Già da vari anni Coadiutore di Borgomanero, aveva potuta seguire attentamente quanta avveniva nella parrocchia vicina, per cui, se da una parte una simile responsabilità poteva farlo tentennare, al contemplare la bontà della popolazione ed il sua amare per una causa che tanta gli stava a cuore, D. Lucchini gettò ogni apprensione e timore, accettò con cuore pronto ad ogni cosa e Dio di Lui si servì per l'esecuzione del suo disegno divino. I tempi erano abbastanza critici quando egli divenne Parroco di S. Stefano. Quanto si era raccolto in antecedenza non bastava più all'opera : bisognava quindi moltiplicare i sacrifici e l'attenzione, e attendere tempi migliori. Col passar degli anni però l'impazienza popolare cresce: non sembra vero che non si possa ancora cominciare e qualche dubbio maligno colpisce qualche anima perplessa. Bisogna togliere ogni dubbio, Bisogna levare ogni perplessità. Posa prima pietra della chiesa 1 Settembre 1929 Foto fornite gentilmente da V.ZanettaPosa prima pietra della chiesa-Processione con le "CONFRATERNITE" e banco di beneficenza Foto fornite gentilmente da V.ZanettaSi lancia l'invito per la raccolta dei materiali. Il popolo corre; la sabbia si accumula a vista d'occhio; il mucchio dei sassi di granito di Alzo, continua ad aumentare, poichè mentre da una parte le" Ditte proprietarie delle cave concedono
gratis il materiale, dall'altra si rincuorano i contadini con gara vicendevole per andarlo a prendere. Gli abitanti di S.Stefano accolsero con entusiasmo il nuovo Pastore e si attivarono subito per gli inizi dei lavori e offrirono la loro fattiva collaborazione non perché qualcuno glielo avesse chiesto ma per la gloria di Dio. Così con una speciale dispensa per la messa e per il lavoro domenicale permetteva loro di recarsi , nei giorni festivi, col carro trainato dalle mucce, alle cave di pietra di Alzo dove caricavano le pietre e le trasportavano a S.Stefano. Il legname di costruzione fu donato dai parrocchiani che possedevano boschi e che, sempre la domenica, ma stavolta dopo la messa, si recavano a tirar giù le piante. Ormai non si può più indugiare. questo lavoro continuo di raccolta infervora tutti, anche gli indolenti, mentre qualcuno, colla parola ironica, cerca diminuire il valore deI1o,sforzo che si compie e non si accorge che così operando non fa altro che incitare di più i buoni. Bisognava gettare l'esca, e l'incendio sarebbe divampato.
Il primo settembre 1929, alla presenza di tutto il popolo, fra il concorso delle popolazioni vicine, il Vescovo Mons. Castelli, attorniato dalle Autorità religiose, civili e politiche del Vicariato ,e del Comune, benedice e pone la prima pietra della nuova erigenda Chiesa. Non ci
sono parole che servano a descrivere il fatto; solo quanti erano presenti,possono ricordare nei suoi particolari quella giornata piena di
Ecco come si presentava la Chiesa al termine della costruzione durata poco più di due anni: Battistero (Opera dello scultore Luigi Fornara)CENNI TECNICI. Il primo studio dell'Ing. Stefano Molli per la nuova chiesa di S.Stefano
di Borgomanero porta la data del 23 settembre 1909: il progetto di esecuzione
è firmato nel settembre del 1914: il lodi settembre 1929 fu benedetta la
prima pietra e nello stesso mese fu bandito l'appalto per la costruzione, la
quale fu ultimata nel settembre del 1932. Ed ora, a distanza di 24 anni dal
primo schizzo, il 17 settembre 1933 l'operoso popolo di S.Stefano vede
realizzato il suo desiderio ed assiste alla consacrazione della sua nuova
chiesa. La nuova chiesa di S.Stefano è architettonicamente ispirata, tanto
nella planimetria quanto nell'elevazione, all'arte lombarda del 1400. Nella facciata principale è incorporato il campanile la cui base
racchiude l'atrio d'ingresso. Il campanile, di pianta quadrata, presenta
quattro ordini architettonici man mano aIleggeritisi verso l'alto: l'inferiore
contiene il portale di pietra tenera di Vicenza, quello sovrastante una
monofora, il successivo una bifora e il quadrante per l'orologio, e il
superiore, quello cioè della cella campanaria, è traforato da quattro bifore:
termina con una cuspide piramidale sormontata da una croce in ferro
appoggiantesi su globo di rame. Ai lati del campanile vi sono due corpi dei
quali quello a destra ospita la scala per l'accesso ad una tribuna che prospetta
nell'interno della chiesa e al piano di tiro delle campane, e quello a sinistra
il battistero: entrambi questi corpi presentano due monofore con architettura
lobata in cotto e due occhi con ghiera pure in cotto, e sono coronati da cornici
laterizie a riseghe, dentelli ed archetti. La muratura della facciata, come quella dei fianchi e della parte absidale, è listata di mattoni a paramento e di scampoli di granito in vista: i contrafforti e la cuspide del campanile sono di mattoni a paramento sormontati da terminali in granito
.
Foto del 1933 Foto del 2003
La chiesa è ad una sola navata di 12 metri di larghezza, con quattro
cappelle ed un ingresso laterale per parte: la navata è coperta da tetto
soffittato con travature di larice in vista appoggianti su arconi portati da
pulvini di granito con sottostanti peducci di pietra tenera. Il presbitero occupa due campate: è sopraelevato di due gradini dal
piano della chiesa, l'altare è collocato nella prima campata dovendo la seconda
servire da coro.A destra del presbitero vi è un oratorio, con soffitto a
travatura di larice e cassettoni, illuminato da tre bifore con colonnine di
pietra tenera. L'oratorio ha una porta d'ingresso dall'atrio secondario ed una
porta di comunicazione col coro: una grande bifora in pietra tenera permette di
seguire dall'oratorio le funzioni che si svolgono all'altare. A sinistra vi è la sacrestia
comunicante col pres,bitero, mediante due porte, e coll'ingresso secondario:
dalla sacrestia scende una scaletta per un locale sottostante ad uso deposito. La sacrestia è
illuminata da quattro bifore, ha soffitto a cassettoni su travatura di larice ed
ha un lavabo in marmo per le abluzioni.Tutti gli stipiti, architravi, cornici
delle porte interne ed esterne sono di pietra tenera di Vicenza.I pavimenti della navata, del presbitero, delle cappelle e degli atrii
sono di piastrelle rettangolari di cemento di colore bruno nei campi e rosso
mattone nelle fasce. I pavimenti dell'oratorio e della sacrestia sono di liste
di larice. Gli scalini dell'altare maggiore, del presbitero e delle cappelle
sono di marmo rosso di Gozzano: gli scalini esterni di granito di Alzo. L'arco di separazione tra la navata e il presbitero è attraversato, all'altezza dell'imposta, da una grande trave di larice fungente
da catena e portante nel mezzo un grande crocefisso di legno fiancheggiato da
due statue lignee della Vergine e San Giovanni in grandezza naturale. L'altare
attuale è provvisorio come provvisoria è la balaustrata. Lunghezza m. 44,70 FAUTORI L'idea della nuova chiesa ,fu di Don Luigi Godio sull'esigenza di una popolazione in crescita spirituale.Il realizzatore del "sogno" fu Mons. Luigi Lucchini, e il progettista 'Architetto Stefano Molli.
Dalla nomina a Parrocchia, la prima cosa da fare era dare una degna abitazione al parroco, e per questo che nel frattempo dal 1905 al 1908 viene costruita l'attuale Casa Parrocchiale, che ha come progettista l' Arch. Stefano Molli lo stesso della futura nuova chiesa. A parte le ultime modifiche apportate internanente, la struttura esterna è rimasta invariata e fedele alla sua origine. foto datata 1929 Prima del 1908, i cappellani di S.Stefano abitavano presso la casa sotto la costa del Colombaro nei caseggiati del Coer lasciata in beneficio della comunità dal primo cappellano don Giuseppe Fornara.. A tal proposito vi rimando al documento proposto dal Dott.Papale circa l'impegno dei massari delle cascine per il mantenimento del cappellano nell'allora Cantone. Tratto dallo scritto del Notaio Scolari:Vi è anche una casa rustica in dette cascine che è formata da una cucina ed una camera al piano superiore ed un'altra stanza sopra la cascina di Giovanni Creola con il cortine davanti e coerenza a mattino e mezzogiorno con detto Creola, ad ovest Rosa ed a monte il torchio consortile dei Fornara...
Casa Parrocchiale Foto del 2005 (F.by Roberto Cerutti) Vecchia casa del Canonico ex Casa del forno
Fonti Bibliografiche: Santo Stefano fra memorie del passato e la ricerca del nuovo-Alfredo papale (1993) Santo Stefano e la sua nuova chiesa - 1933 Un borgofranco Novarese. Dalle orgini al Medioevo - Comune di Borgomanero, 1994 Borgomanero , tra sacro e proffano.Borgomanero,ossia Memorie e notizie attinenti a Borgomanero desonte dagli antichi monumenti raccolte dall'avv. Carlo Antonio Molli Di Carlo Antonio Molli, Andrea Zanetta, Alfredo Papale-1998 Una terra tra due fiumi, la provincia di Novara nella storia: l'età moderna (secoli XV-XVIII)- Provincia di Novara Memorie storiche di Borgomanero - Vincenzo de Vit (1880) Andar per castelli.Da Novara tutt’intorno - G.Andenna “Ad banchum juris Burgi Maynerii: vicende giudiziarie dei secoli XV-XX" - Piero Zanetta Le terre novaresi nell'anno 1450 - Piero Zanetta Ritorno a HomePage
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