Rassa ovvero  Fra Dolcino,Fasola e.... Fornara


Durante una veloce vacanza in Valsesia, ho seguito 2 serate culturali di storia locale ed avvenimenti valsesiani. Tra gli avvenimenti storici si è parlato inevitabilmente di Fra Dolcino, che sopra le alture tra Rassa e Campertogno, aveva posto il suo campo base durante la fuga dai soldati del vescovo di Vercelli.

Approfondendo la storia di Fra Dolcino e leggendo su libri di storia locale è emerso questo legame di personaggi e cognomi a noi vicini: Fasola, "Valsesia" e Fornara.

Ma andiamo con ordine.

RASSA

Rassa è un piccolo paese di montagna ,posizionato in una zona della valle   un poco angusta, dove poi si dirama in 2 splendide vallate che sono la Val Sorba e al Val Gronda. Appena fuori Piode prima di arrivare a  Campertogno , svoltando a sinistra su un ponte con indicazione Quare e dopo aver percorso circa 3 km si arriva a Rassa. All'ingresso del paese è posizionato il cartello con scritto "Il paese dei Tremendi".

Nelle letture delle loro tradizioni, si scopre che tale nomignolo era dovuto al loro carattere e alla storia legata a Fra Dolcino che qui imperversò, pertanto vi rimando alla visione del sito (www.rassavalsesia.com) per capire la vitalità di questo paese che, nonostante l'infelice posizione, è veramente ordinato, grazioso e vivace.

FORNARA

In Rassa, prestò la sua opera in maniera professionale ed umana, il Dott. Ignazio Fornara , nativo di S.Stefano , tale da avergli dedicato una lapide posta sul muro  all'ingresso del paese.

Ignazio Fornara nasce a S.Stefano di Borgomanero nel 1875 da Luigi Fornara e Margarini Rachele , nel cortile dei Furnasii. Oltre a portarne il nome è anche nipote di Don Ignazio Fornara, ricordato in frazione per aver lasciato tutte le sostanze per la costituzione della parrocchia di S.Stefano di Borgomanero.

Laureato in medicina si trasferisce poi a Campertogno (Valsesia) a svolgere la professione di medico condotto, dove si sposa e mette su famiglia. Muore nel 1954 e viene seppellito nel locale cimitero.

Oltre a Campertogno, si prese cura degli abitanti di Rassa, nel periodo dal 1937 al 1950 e come riportato nella lapide la "gratitudine umana" per l'opera svolta viene riconosciuta e soprattutto ricordata, nel 1988 ben 34 anni dopo la sua morte.

FRA DOLCINO

Siamo nel 1305, sopra le alture di Rassa precisamente in una zona chiamata Varcamonga a quota 1661 mt. erano dislocati, Fra Dolcino e i suoi seguaci. La storia parla di 5000 persone circa, c'è chi scrive dalle 1000 alle 3000 persone comprese donne e bambini, non c'è mai stato un censimento "popolare" a questo fenomeno, ma è certo che almeno un migliaio di persone avessero seguito lassù il predicatore "eretico" ricordato anche da Dante nel canto dell'inferno:

 

Or dì a Fra Dolcino dunque che s’armi,
S’egli non vuol qui tosto seguitarmi.
Si di vivanda, che stretta di neve
Non rechi la vittoria al Noarese,
ch’altrimenti acquistar non saria lieve.
(DANTE: Inferno, Canto XXVIII)

Fra Dolcino il cui vero nome era Davide Tornielli, figlio illegittimo di un prete, prese a predicare contro la chiesa del tempo prendendo le redini di quel movimento creato da Gerardo Segarelli da Parma, poi bruciato sul rogo per eresia nel 1300, chiamato l'ordine degli Apostoli ( "Apostolici"). Fra Dolcino predicava, in modo più ereticale asserendo  di essere l'unico vero Apostolo di Dio e condannando il potere temporale della chiesa e del Papa stesso. Per questo fu bandito e ricercato dall'Inquisizione per eresia. All'inizio delle sue predicazioni, molte persone tra le più povere trovavano giuste le sue affermazioni, seguendolo nelle sue peregrinazioni. Però col passare del tempo, la sua personalità sovrastò gl'ideali del movimento stesso, diventando egli stesso troppo crudele nelle idee e nei misfatti compiuti.

Da movimento dell'amore e della povertà, diventò inviso alle popolazioni dove passavano, in quanto compivano ruberie, saccheggi e omicidi cruenti e tutto questo per sopravvivere.

Durante la ritirata in Valsesia inseguito dalle milizie vescovili si rifugiò sopra la Parete Calva (.. detta a cagione di essere calva d’erba, terra e frondi e per essere nudo ed asprissimo sasso...G.B.Fassola) in una zona chiamata Varcamonga. Vale la pena ricordare che insieme a Fra Dolcino, vi era anche la sua compagna tale Margherita Boninsegna da Arco di Trento, detta "Suor margherita" in quanto ex-novizia. Varcamonga prende il nome appunto da Monga(Munga=suora) e Varca dal dialetto valsesiano che significa alzare le vesti per poter camminare....

L'inverno del 1305 interminabile, freddo e molto nevoso, mise a dura prova la vita di queste persone, ricordiamo almeno un migliaio comprese donne  e bambini, posizionati a 1600 mt con pochi ripari in grotte.Si racconta che uccisero e mangiarono i propri cavalli e addirittura carne umana, tant'era la fame che pativano.

Molte persone morirono d'inedia ed anche qui, i Gazzari (cosi venivano chiamati i seguaci dolciniani) andarono in fondo valle presso Campertogno e dintorni a saccheggiare, rubare ed uccidere per procurarsi il cibo.E'in questo frangente che, le genti valsesiane terrorizzate e stanche di questi soprusi, si ritrovarono  nella chiesa di Scopa a formare la Lega contro gli eretici (Statutum Ligae contra Haereticos - 1305).Iniziò ben presto una sorta di guerriglia tra la popolazione e gli eretici, che  però non portò ad alcuna soluzione reale.

Intanto il Vescovo di Vercelli assoldava  dei mercenari e della milizia regolare ,per dare la caccia definitiva a Fra Dolcino che venne catturato sopra Trivero. Portato  a Vercelli venne condannato e bruciato sul rogo nel 1307 con gli altri suoi accoliti compresa "Suor Margherita".

ADDENDUM :

 Quanto è stato scritto qui sopra è stato estrapolato da letture raccolte in internet. Qui sotto invece sono  apportate  correzioni ma soprattutto approfondimenti, gentilmente fornitemi da Roberto De Vincenzi, appassionato di storia, che mi ha fornito delle precisazioni ed eventuali stampe a cui attingere studi approfonditi fatti su questa "storia-leggenda" di Fra Dolcino da Novara.

"Il movimento degli Apostolici"

Movimento eterodosso fondato intorno al 1260 dal parmense Gherardo Segarello  imprigionato nel 1296  e “combusto” nel 1300 a Parma. Segarello fu sostituito alla guida del movimento da Dolcino da Novara il quale trasferì  l’intera comunità prima nel Trentino (1301) e poi in ValSesia (1304). Dopo un breve periodo di permanenza tranquilla nei pressi di Gattinara l’intera comunità (alimentata da continui arrivi di adepti richiamati dalle lettere inviate dallo stesso Dolcino in molte località italiane) – sotto la spinta delle truppe del vescovo di Vercelli Raniero Avogadro – risalì la Valle fino a Campertogno  per rifuggiarsi (1305) sulla Parete Calva nei pressi di Quare. Da questo momento i dolciniani da comunità pacifica si trasforma in un vero e proprio esercito armato. L’assedio della Parete Calva (sulla cui sommità c’è la Pian dei Gazzeri, toponimo che testimonia questa antica vicenda) da parte delle truppe vescovili – dopo un inverno di freddo e fame - costrinse i dolciniani a trasferirsi  (transeuntes montes magnos, vias inexcogitabiles fecerunt per loca difficilima et nives altissimas, noctis tempore intraverunt diocesim Vercellensem et ascenderunt super quemdam montem fortissimum, qui tunc appellabatur mons Rebellus, qui est super locum Triverii – come informa la Cronaca coeva della vicenda) sulle montagne del Biellese dove, dopo un ulteriore inverno di assedio,  il venerdì santo del 1307, si concluse la tragica vicenda con l’uccisione di molti apostolici (donne e bambini compresi) e la cattura di Dolcino, della sua compagna Margherita da Trento e del suo luogotenente Longino Cattaneo da Bergamo pochi mesi dopo giustiziati a Vercelli.

Qui viene riportato il link ad un  lavoro di Marina Benedetti, docente universitaria di storia delle religioni e dei movimenti ereticali., che ha sviluppato su questo tema dal titolo:

Frate Dolcino da Novara:
un’avventura religiosa e documentaria

 

 

FASOLA

Tale Emiliano Fassola, era uno dei promotori della Lega contro gli eretici (1305), divenne Conte e Cavaliere della chiesa grazie a questa sua posizione. Venne eletto Conte di S.Maiolo e visse in Rassa. Viene ricordato come munifico benefattore della comunità stessa.Altri suoi discendenti come Feliciano Fassola, ricoprirono cariche importanti nel distretto valsesiano. A quanto scrive D.Luigi Ravelli, tale ramo si estinse nel 1800, ma  viene ricordato che nel XVI sec. alcuni discendenti emigrarono in Maggiora, dove tutt'oggi sono presenti famiglie Fasola.


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