Mottoflorio,Castello e Vignasciora....

Una domenica deciso a fare lo foto dei cortili , ho preso a passeggiare per il paese ed arrivato a Mottoflorio, mi sono intrattenuto con Margherita Cerutti meglio  conosciuta come Rita dal Cap che gentilmente mi ha fatto visitare la casa, piena di oggetti datati e che alcuni vengono usati ancora.

Molte sono state le mie domande e curiosità a cui Rita ha risposto e soprattutto aneddoti e ricordi vivi.

MottoFlorio  che non significa motto fiorito,ma deriva dal nome di Florio (Tornielli già Signori di Vergano),ed è rappresentato di un gruppetto di case  incastonate una accanto all'altra sopra un fazzoletto di terra digradante verso S.Stefano che con dei giardini pensili e coltivazioni fiorite  danno un bell'aspetto al paesaggio.Da qui sopra si vede tutto il borgomanerese. Anche la disposizione delle case, assume la dimensione di un piccolo paesino  con una piccola stradina che arranca dentro i cortili.

Particolare dei giardini                                             Case "storiche" di Mottoflorio (Cap e Capic)

La sua famiglia discendenza Cerutti "....i rivavu da Gogna..." è originaria di San Marco (gogna) anche se i suoi antenati sono presenti in Mottoflorio almeno dal 1770. Il  papà emigrava in Svizzera per lavoro dove faceva il Capo e da qui il nomignolo "CAP" diventato poi soprannome.La sua casa è datata 1810 ed insieme alla casa del cugino Angelo detto Capic che è datata 1868 sono da considerare "case storiche" del paese.

Dal suo racconto il paese era posizionato quasi supinamente sotto la costa del colombaro. Le vie principali erano Via Vergano,Via San Bernardo e Via Fornara.. Come vedete poi nella mappa rabbini, la via Vergano terminava in prossimità delle case del DOM dopodi che era solo tracciata e veniva chiamata "sottocosta". Mentre via Manzoni era solo tracciata, via Nuova e via Caduti non esistevano ancora. Una volta c'era il cappellano che abitava nella casa posta all’incrocio di Via Vergano con Via Fornara (ora ristrutturata) dove c'era anche il Forno Comunitario.(questo fino al 1908 prima della costruzione della casa parrocchiale)

Il gruppo di case dei Majii (ceppo zanetta via Manzoni) veniva chiamata Ca Fora perchè erano costruzioni "fuori" dal centro (pensate solo 100 mt dalla chiesa vecchia) . Racconta che la corte di Majic era chiamata “Linea Maginot”..... perché gli uomini di questo cortile andavano in Francia a lavorare "stagionali" ed ogni volta che tornavano costruivano ed ampliavano il corpo di case aggiuntive, dando al caseggiato una forma imponente quanto la linea di sbarramento francese.

Case majic                                                              Case Arjora

Nella foto sopra , effettivamente, la case vecchie dei Majii differiscono dalle altre, in quanto non frazionate  con molte scale d’accesso  ma balconate uniche con un solo accesso.Nella foto di destra esistono più scale di ingresso ai "piani alti", a sottolineare la proprietà da parte di nuclei famigliari differenti.Ed è anche vero che questo ceppo famigliare si è ampliato andando a costruire un'altro gruppo di case al di là della Via Manzoni.

Rita racconta che quando era piccola  andava a scuola a Vergano e al pomeriggio andava da sua zia che faceva i lavori presso la Marchesa nel castello e quindi girava "per il castello fin da bambina". Negli anni è stata poi chiamata dagli eredi del castello, come governante e custode.

Il castello appartiene ai Conti Gallizia di Vergano ed una parte ai discendenti dei Conti Tornielli di Vergano,imparentati con i  Marchesi Ghislieri di Pavia. La  Marchesa Livia Ghislieri Tornielli viveva nel castello di Vergano.

I Tornielli famiglia ricca e potente non solo nel Borgomanerse  era possidente di molte terre.E' da loro che i nostri antenati  coltivavano e compravano la loro terra.  "Palazzo Tornielli" l'attuale edificio comunale  era la loro casa in Borgomanero.

Ad esempio il soprannome di "Vignasciora" è dovuto al fatto che questa famiglia Zanetta aveva acquistato la "...Vigna della Signora" (ipotizzo che la signora potesse essere la Marchesa).

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