Scriveva nel 1750 Don Carlo Prina...A Maestro trovasi gli Oratori di S.Steffano Protomartire, e di S.Pietro Appostolo..."Al Maestro in distanza di metri 525 havvi la Borgata ossia Cantone di Santo Steffano volgarmente denominato Vergano Inferiore. All' Occidente Oratorio di S.Bernardo Arcidiacono di Agosta
La chiesa vecchia che riportava sulla volta della porta d'ingresso la data 1710 è stata utilizzata come luogo di culto fino al 1933 anno d' inaugurazione della chiesa attuale.
Ora l'edificio è stato ristrutturato e recuperato come locali ad uso dell'Associazione A.C.L.I , sala per riunioni e alcuni appartamenti. Rimane solo il vecchio campanile a ricordo della sua esistenza.
Scriveva Mons. Lucchini nello stato patrimoniale della parrocchia dei Santi Stefano ed Ignazio:
"Fu edificata nel 1700 ed ebbe successivi ampliamenti in più riprese: non risulta quando siano stati fatti.
La chiesa non è patronata: riguardo allo stile non ha nessuna architettura ben definita, non ha neppure nessun pregio artistico e storico (...).
La condizione statica lascia a desiderare; la manutenzione è discreta, si sta costruendone una nuova. Non furono fatte riparazioni degne di nota; la riparazione più necessaria da eseguirsi sarebbe quella di riparare il tetto(..)
Riguardo agli arredi sono in numero sufficiente e conveniente..."
Chiesa vecchia rimane solo il Campanile (F. by R.Cerutti)
La chiesa fu costruita in onore a S.Stefano. Don Giuseppe Fornara ,scrisse sul libro citato come fonte, che a partire da questa data la frazione cominciò ad essere chiamata S.Stefano e non più Vergano basso o Inferiore.
Cosi appare nei documenti pubblicati a suo tempo. "...Habitatores Capsinarum Sancti Stephani..."
La chiesa fu ampliata più volte su disegni dell'Arch. Barbosio, con l'aggiunta del corpo del coro, della sagrestia e della cappella.
Nel 1885-1886, la ditta Zappelloni Giulio edificò il campanile, assistito dall'Arch. G.Primatesta, con non pochi timori, perché il terreno cedeva. In cima un concerto di tre campane in sol maggiore, benedette da Parroco Parnisetti il 1° settembre 1886. Costo del campanile £ 2.620,84 e costo delle campane £.2809.
Il primo piccolo organo del 1878, venne sostituito da uno più grande della ditta Scolari con una spesa di £.1200 e durò fino al 1933.
Le date importanti riguardanti la chiesa vecchia sono:
1707 - Inizio costruzione oratorio presso le cascine di Vergano sotto
1710 - Termine costruzione Oratorio dedicato a S.Stefano
1712 - Prima visita di un delegato vescovile
1725 - Prima visita del Vescovo Card.Borromeo
1772 - Ampliamento con la costruzione della sacrestia
1886 - Costruzione del campanile
1905 - Elezione a parrocchia di S.Stefano
1933 - Costruzione della nuova chiesa parrocchiale e termine della vita religiosa della vecchia chiesa.
Chiesa Nuova. DAL
VOLUME "SANTO STEFANO E LA SUA CHIESA" (1933)
CENNI STORICI (tratto dal volume Santo Stefano e la sua
chiesa 1933 Sac.Prof.Luigi Fornara)
Ispiratore
per la nuova chiesa è Don Luigi Godio : non bastava stralciarli dall'antica parrocchia; bisognava dar loro
(alle genti di Santo Stefano) un assetto stabile nella nuova Parrocchia.
Fu eretta la Confraternita del SS. per gli uomini; la Congregazione dei
terziari francescani; la Congregazione Mariana accolse i giovani, quella delle
Figlie di Maria le giovani Volonterosi coadiuvarono il Parroco nel far
catechismo ai ragazzi e così ogni cosa fu ordinata: tutta ciò richiese tempo,
lavoro, buona volontà e sacrifici, ma sorse, vigoreggiò e portò i suoi
frutti.
Associazioni con i labari presso la casa parrocchiale
Foto personale G.Fornara
Una
necessità impellente però tutti assillava: una nuova Chiesa. La vecchia era
cadente e angusta, ed anche inadatta ai nuovi compiti per la sua formazione che
non permette modificazioni. Il popolo comprese questa necessità, il Parroco la
sentì; e popolo e Pastore a gara, lanciata questa idea, si diedero con lena a
raccogliere fondi per una futura nuova Chiesa. Sperava D. Godio raccogliere
anche questa frutto del suo lavoro, ma Dio non voleva ritardare la corona al sua
serva fedele, ed il mattina del 16 dicembre 1922 lasciava questa vita per il
Cielo, disponendo tutta il sua per la nuova Chiesa che sarebbe stata eretta. Scomparve
il Pastore amata, ma il solco da Lui tracciata fu talmente profondo ed il ricordo
che ha lasciata di Sè talmente viva che di lui ancor si parla come fosse scomparso
non da più di un decennio ma da ieri.
Per
poco tempo si è rimasti senza Pastore; perchè il primo maggio 1923 fu nominato
l'attuale Parroco di S. Stefano Can. D. Luigi Lucchini.
Quale
grave eredità venisse ad assumere nell'accettare la cura della Parrocchia di S.
Stefano ben egli conosceva. Già da vari anni Coadiutore di Borgomanero, aveva
potuta seguire attentamente quanta avveniva nella parrocchia vicina, per cui, se
da una parte una simile responsabilità poteva farlo tentennare, al contemplare
la bontà della popolazione ed il sua amare per una causa che tanta gli stava a
cuore, D. Lucchini gettò ogni apprensione e timore, accettò con cuore pronto
ad ogni cosa e Dio di Lui si servì per l'esecuzione del suo disegno divino.
I tempi erano abbastanza critici quando egli divenne Parroco di S. Stefano. Quanto si era raccolto in antecedenza non bastava più all'opera : bisognava quindi moltiplicare i sacrifici e l'attenzione, e attendere tempi migliori. Col passar degli anni però l'impazienza popolare cresce: non sembra vero che non si possa ancora cominciare e qualche dubbio maligno colpisce qualche anima perplessa. Bisogna togliere ogni dubbio, Bisogna levare ogni perplessità.
Posa prima pietra della chiesa 1
Settembre 1929
Foto fornite gentilmente da V.Zanetta
Posa prima pietra della chiesa-Processione con le "CONFRATERNITE" e banco di beneficenza
Foto fornite gentilmente da V.Zanetta
Si lancia l'invito per la raccolta dei materiali. Il popolo corre; la sabbia si accumula a vista d'occhio; il mucchio dei sassi di granito di Alzo, continua ad aumentare, poichè mentre da una parte le" Ditte proprietarie delle cave concedono
gratis il materiale, dall'altra si rincuorano i contadini con gara vicendevole per andarlo a prendere.
Ogni domenica, dopo la prima Messa, una processione di carri si snoda dalla frazione verso i luoghi della raccolta, e la sabbia e i sassi confluiscono ininterrottamente.
Gli abitanti di S.Stefano accolsero con entusiasmo il nuovo Pastore e si
attivarono subito per gli inizi dei lavori e offrirono la loro fattiva
collaborazione non perché qualcuno glielo avesse chiesto ma per la gloria di
Dio. Così con una speciale dispensa per la messa e per il lavoro domenicale
permetteva loro di recarsi , nei giorni festivi, col carro trainato dalle mucce,
alle cave di pietra di Alzo dove caricavano le pietre e le trasportavano a
S.Stefano.
Il legname di costruzione fu donato dai parrocchiani che possedevano boschi e
che, sempre la domenica, ma stavolta dopo la messa, si recavano a tirar giù le
piante.
Ormai non si può più indugiare. questo lavoro continuo di raccolta infervora tutti, anche gli indolenti, mentre qualcuno, colla parola ironica, cerca diminuire il valore deI1o,sforzo che si compie e non si accorge che così operando non fa altro che incitare di più i buoni. Bisognava gettare l'esca, e l'incendio sarebbe divampato.
Il primo settembre 1929, alla presenza di tutto il popolo, fra il concorso delle popolazioni vicine, il Vescovo Mons. Castelli, attorniato dalle Autorità religiose, civili e politiche del Vicariato ,e del Comune, benedice e pone la prima pietra della nuova erigenda Chiesa. Non ci
sono parole che servano a descrivere il fatto; solo quanti erano presenti,possono ricordare nei suoi particolari quella giornata piena di
fede, di amore e di storia per S. Stefano. Tratto il dado non si poteva più retrocedere: volontà di Pastore e di popolo non lo permetteva; non restava quindi se non procedere speditamente per la via"'intrapresa. '
Il disegno era già stato approntato dal fine genio dell' Architetto Stefano
Molli, essendo ancora vivo il primo Parroco D. Godio, e giaceva nei cassetti in attesa di essere compiuto. Quante volte, nel lungo silenzio degli anni passati dal 1909 fino al 1929 fu consultato, studiato, riveduto nei suoi particolari! Finalmente doveva spolverarsi per eseguirsi.
I lavori furono assunti dalla Ditta Fratelli Zerlia di Borgomanero; la esecuzione integrale del disegno fu diretta dal figlio dell'Architetto, lui pure Architetto, Comm.
Piero Molli, che colla cura meticolosa di figlio che ama le espressioni del genio paterno, diresse, assistette, provvide ogni giorno perchè nulla venisse mutato, nulla negletto, coadiuvato in questo anche
dall'assistente ai favori Geom. Zappelloni.
In pochi giorni sorse lo steccato;'a volta a volta si elevarono i ponti verso l'azzurro del cielo, in poco più di due anni la Chiesa fu al tetto, il campanile compiuto. Eretto l'esterno, si curò l'interno nel rifinire i muri, nel gettare il pavimento,
Foto scansite dal Libro Memorie del passato di S.Stefano ed. 1994 e altre fornite gentilmente da V.Zanetta
Ecco come si presentava la Chiesa al termine
della costruzione durata poco più di due anni:
Battistero (Opera dello scultore Luigi Fornara)CENNI TECNICI.
Il primo studio dell'Ing. Stefano Molli per la nuova chiesa di S.Stefano
di Borgomanero porta la data del 23 settembre 1909: il progetto di esecuzione
è firmato nel settembre del 1914: il lodi settembre 1929 fu benedetta la
prima pietra e nello stesso mese fu bandito l'appalto per la costruzione, la
quale fu ultimata nel settembre del 1932. Ed ora, a distanza di 24 anni dal
primo schizzo, il 17 settembre 1933 l'operoso popolo di S.Stefano vede
realizzato il suo desiderio ed assiste alla consacrazione della sua nuova
chiesa.
La nuova chiesa di S.Stefano è architettonicamente ispirata, tanto
nella planimetria quanto nell'elevazione, all'arte lombarda del 1400.
Nella facciata principale è incorporato il campanile la cui base
racchiude l'atrio d'ingresso. Il campanile, di pianta quadrata, presenta
quattro ordini architettonici man mano aIleggeritisi verso l'alto: l'inferiore
contiene il portale di pietra tenera di Vicenza, quello sovrastante una
monofora, il successivo una bifora e il quadrante per l'orologio, e il
superiore, quello cioè della cella campanaria, è traforato da quattro bifore:
termina con una cuspide piramidale sormontata da una croce in ferro
appoggiantesi su globo di rame. Ai lati del campanile vi sono due corpi dei
quali quello a destra ospita la scala per l'accesso ad una tribuna che prospetta
nell'interno della chiesa e al piano di tiro delle campane, e quello a sinistra
il battistero: entrambi questi corpi presentano due monofore con architettura
lobata in cotto e due occhi con ghiera pure in cotto, e sono coronati da cornici
laterizie a riseghe, dentelli ed archetti.
La muratura della facciata, come quella dei fianchi e della parte
absidale, è listata di mattoni a paramento e di scampoli di granito in vista:
i contrafforti e la cuspide del campanile sono di mattoni a paramento sormontati
da terminali in granito
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Foto del
1933
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Foto del 2003 |
Misure |
La chiesa è ad una sola navata di 12 metri di larghezza, con quattro
cappelle ed un ingresso laterale per parte: la navata è coperta da tetto
soffittato con travature di larice in vista appoggianti su arconi portati da
pulvini di granito con sottostanti peducci di pietra tenera.
Gli arconi, a sesto acuto, hanno conci alternati di muratura a paramento
e intonacata: il concio in chiave è di granito con croce scolpita. La navata è illuminata da lO
occhi collocati sopra gli archi laterali che danno accesso alle cappelle. Queste
sporgono all'esterno su pianta ottagonale e sono coperte con voltine ad unghia sferica poggianti su costoloni
sagomati di cotto che si raccolgono ad una chiave di pietra tenera a sezione
radicale e si appoggiano su piccoli peducci della stessa pietra. Ogni cappella
è illuminata da due finestre. Le pareti delle navate sono semplicemente
intonacate e dovranno ricevere una leggera decorazione pittorica. Un grande affresco con Cristo in gloria, od altro soggetto, è
previsto sulla parete di sfondo del presbitero.
Il presbitero occupa due campate: è sopraelevato di due gradini dal
piano della chiesa, l'altare è collocato nella prima campata dovendo la seconda
servire da coro.A destra del presbitero vi è un oratorio, con soffitto a
travatura di larice e cassettoni, illuminato da tre bifore con colonnine di
pietra tenera. L'oratorio ha una porta d'ingresso dall'atrio secondario ed una
porta di comunicazione col coro: una grande bifora in pietra tenera permette di
seguire dall'oratorio le funzioni che si svolgono all'altare. A sinistra vi è la sacrestia
comunicante col pres,bitero, mediante due porte, e coll'ingresso secondario:
dalla sacrestia scende una scaletta per un locale sottostante ad uso deposito.
La sacrestia è
illuminata da quattro bifore, ha soffitto a cassettoni su travatura di larice ed
ha un lavabo in marmo per le abluzioni.Tutti gli stipiti, architravi, cornici
delle porte interne ed esterne sono di pietra tenera di Vicenza.I pavimenti della navata, del presbitero, delle cappelle e degli atrii
sono di piastrelle rettangolari di cemento di colore bruno nei campi e rosso
mattone nelle fasce. I pavimenti dell'oratorio e della sacrestia sono di liste
di larice. Gli scalini dell'altare maggiore, del presbitero e delle cappelle
sono di marmo rosso di Gozzano: gli scalini esterni di granito di Alzo.
L'arco di separazione tra la navata e il presbitero è attraversato, all'altezza dell'imposta, da una grande trave di larice fungente
da catena e portante nel mezzo un grande crocefisso di legno fiancheggiato da
due statue lignee della Vergine e San Giovanni in grandezza naturale. L'altare
attuale è provvisorio come provvisoria è la balaustrata.
La chiesa è illuminata artificialmente con luce elettrica distribuita da
lampadari in ferro battuto pendenti dalla chiave degli archi delle cappelle e
da due riflettori convenientemente nascosti proiettanti luce sull'altar maggiore e il coro. Ogni cappella ha pure particolari prese di energia sia per illuminazione sussidiaria che per servizi vari (aspira-polvere, ecc..). Tutti i comandi sono concentrati su un unico quadro in sacrestia.
É prevista tanto l'illuminazione dei quadranti degli orologi, quanto quella esterna delle facciate in occasione di festeggiamenti.
Tutte le finestre hanno intelaiatura metallica e sono protette da robuste inferriate: i vetri sono di tipo "cattedrale" leggermente paglierini. Le vetrate del presbitero e della facciata sono composte di piccoli vetri a losanga legati in piombo.
La falegnameria delle porte interne ed esterne è rovere naturale, a piccoli scomparti, con grossi chiodi ornamentali. Le fronti laterali si presentano assai movimentate per le sporgenze delle cappelle, le quali sono coperte da un tetto ad unico filo rettilineo di gronda, e per le sporgenze dell'oratorio e della sacrestia. Gli ingressi secondari sono protetti da tetto portato da travi, mensole e sottomensole di larice. Dal tetto delle cappelle si sopraelevano i muri della navata nei quali sono aperte finestre circolari contornate da ghiere sagomate di cotto, e da anelli con conci alternati di mattoni di granito. Una cornice a dentelli e riseghe corre lungo i fianchi della navata.
La parte absidale è formata da tre corpi: il corpo centrale, corrispondente al presbitero, presenta una croce lobata ricavata nei conci di granito della muratura, fiancheggiata da due alte finestre con sagomature e archeggiature di cotto. Il corpo di sinistra porta una nicchia in pietra tenera, protetta da tettuccio, destinata a contenere un ricordo dei caduti di guerra.
La costruzione non presentò difficoltà. Il terreno atto a portare le fondazioni si trova a m. 2,50 dal piano del pavimento: tutte le murature corrono su una gettata continua di calcestruzzo di cemento: il campanile poggia su una pianta di cemento armato.
Le murature di elevazione presentano la faccia esterna a liste alternate di mattoni a paramento e di scapoli di granito.
Il tetto è coperto con tegole piane su tavelloni porati, i quali formano, con il sottostante soffitto di legno, una camera d'aria di protezione termica.
La cuspide del campanile è costruita con solettina di cemento armato e rivestita di mattoni a paramento.
Le misure principali della chiesa sono:
Lunghezza
m. 44,70
Larghezza m. 26
Altezza (alla croce del campanile) m. 44,50 Superficie coperta
mq 2 915
Volume mc 9.000
I parrocchiani di Santo Stefano, oltre all'aver versati per la quasi totalità i fondi necessari, contribuirono alla costruzione della chiesa con gratuita prestazione d'opera e con l'offerta di materiali (manovalanza, trasporti, legnami, sabbia, ghiaia, ecc.).
Eseguirono i lavori le seguenti ditte:
Impresa fratelli Zerlia, Borgomanero, murature e carpenterie.
Fratelli Zoncato, Vicenza, pietra tenera.
Fratelli Giustina, Borgomanero, inferriate, intelaiature, finestre.
Ing. Arrigoni e Mentasti, Gozzano, marmo rosso di Gozzano e pavimento di piastrelle. Ing. Peverelli, Alzo, granito bianco.
Ditta Marco Simonetta e ditta Piero Simonetta di Alzo, scapoli di granito. Mora-Giustina, Borgomanero, impianti elettrici.
Fratelli Cerioli, Cremona, laterizi sagomati.
Bianchi, Orta Novarese, lampadari in ferro battuto.
FAUTORI
L'idea
della nuova chiesa ,fu di Don Luigi Godio sull'esigenza
di una popolazione in crescita spirituale.Il
realizzatore del "sogno" fu Mons. Luigi Lucchini insieme all'Ing.Piero Molli, e
il progettista Architetto Stefano Molli.
Don Luigi Godio |
Mons. Luigi Lucchini, |
Ing.Piero Molli |
Architetto
Stefano Molli |
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Casa Parrocchiale
Dalla nomina a Parrocchia, la prima cosa da fare era dare una
degna abitazione al parroco, e per questo che nel frattempo dal 1905 al 1906
viene costruita l'attuale Casa Parrocchiale, che ha come progettista l' Arch. Stefano Molli lo stesso della futura nuova chiesa.
A parte le ultime modifiche apportate internanente, la
struttura esterna è rimasta invariata e fedele alla sua origine.Prima del 1906, i cappellani di S.Stefano abitavano presso la casa sotto la costa del Colombaro nei caseggiati del Coer lasciata in beneficio della comunità dal primo cappellano don Giuseppe Fornara.. A tal proposito vi rimando al documento proposto dal Dott.Papale circa l'impegno dei massari delle cascine per il mantenimento del cappellano nell'allora Cantone.
Presso la casa del forno c'era una stanza adibita ad oratorio per i ragazzi, una piccola angusta stanza!
Tratto dallo scritto del Notaio Scolari:Vi è anche una casa rustica in dette cascine che è formata da una cucina ed una camera al piano superiore ed un'altra stanza sopra la cascina di Giovanni Creola con il cortine davanti e coerenza a mattino e mezzogiorno con detto Creola, ad ovest Rosa ed a monte il torchio consortile dei Fornara...
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Casa Parrocchiale Foto del 2005 (F.by Roberto
Cerutti) |
ex Casa del forno |
Fonti Bibliografiche:
Santo Stefano fra memorie del passato e la ricerca del nuovo-Alfredo papale (1993)
Santo Stefano e la sua nuova chiesa - 1933
Un borgofranco Novarese. Dalle orgini al Medioevo - Comune di Borgomanero, 1994
Borgomanero , tra sacro e proffano.Borgomanero,ossia Memorie e notizie attinenti a Borgomanero desonte dagli antichi monumenti raccolte dall'avv. Carlo Antonio Molli
Di Carlo Antonio Molli, Andrea Zanetta, Alfredo Papale-1998
Una terra tra due fiumi, la provincia di Novara nella storia: l'età moderna (secoli XV-XVIII)- Provincia di Novara
Memorie storiche di Borgomanero - Vincenzo de Vit (1880)
Andar per castelli.Da Novara tutt’intorno - G.Andenna
“Ad banchum juris Burgi Maynerii: vicende giudiziarie dei secoli XV-XX" - Piero Zanetta
Le terre novaresi nell'anno 1450 - Piero Zanetta
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